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La Venere dell’Università

“L’Università, se è questo che vi sto spiegando, è forse la Donna. Ma è la donna preistorica, quella che vedete è fatta di pieghe. Ovviamente, a me è in una di queste pieghe che mi ripara. Lei non si rende conto che – quando si hanno molte pieghe, non si sente molto – altrimenti, chissà, potrebbe trovarmi ingombrante”. Jacques Lacan, Il Seminario, Libro XXI, Les non-dupes errent, lezione dell’11 giugno 1974, inedita.

L’Università, è forse La Femme, ma preistorica, fatta di pieghe e pieghe nascoste prima di tutto a se stessa. L’Università ignora di contenere Lacan, i suoi numerosi figli, e ancora di più qualsiasi singolarità che vi è alloggiata. Da parte sua, la donna non sa come riconoscersi in ciò che a volte prova, cioè un godimento tanto più segreto, addirittura opaco, che sfugge al linguaggio. Quando si rende conto di questo, si trova ingombrata, e l’istoria[1]comincia. 

Traduzione di Roberta La Barbera


[1] Nel testo francese Hystoire, neologismo utilizzato da J. Lacan composto da histoire (storia) e hystérie (isteria) [N.d.T.]